Daniele Billo (11.07.1967 - 06.07.2019)
da L'Arena (12.07.19) Addio a Lele, l’angelo custode del Locara calcio: tutta Locara si fermerà oggi pomeriggio, Venerdì 12 Luglio 2019, per ritrovarsi alle 16.30 sul sagrato della chiesa parrocchiale e salutare l’ultima volta Daniele Billo. I suoi 52 anni li avrebbe dovuti compiere ieri, un giorno dopo papà Giocondo, ma Daniele, sabato, ha raggiunto in cielo l’adorata mamma Annamaria: soffriva d’asma Daniele, in pochi lo sapevano e giovedì scorso un malore sul posto di lavoro gli è stato fatale. Soccorso dai colleghi, portato d’urgenza all’ospedale di Arzignano, l’uomo si è spento sabato regalando però vita ad almeno sei persone in tutta Italia. Così aveva voluto, fin da ragazzino, Daniele, iscrittosi prima all’Aido come simpatizzante e, con la maggiore età, esprimendo il suo consenso alla donazione. Ha donato tutto ciò che poteva, cuore, fegato, pancreas, cornee e non solo, e lo ha fatto con la stessa semplicità con la quale, da 23 anni, aveva promosso a sua seconda famiglia tutto il gruppo del Locara calcio. In società era entrato nel 1996 quando la società calcistica del suo paese doveva essere rifondata: si era messo al fianco di Mario Frigotto, il presidente, e di sua moglie Gabriella (da allora segretaria) e da allora è stato sempre il punto di riferimento per il pallone biancoazzurro. «Lele era sì il tuttofare ma era, soprattutto, una persona sulla quale poter fare sempre affidamento. Ha sempre nutrito un amore immenso per la società, per le centinaia e centinaia di ragazzi che in tutto questo tempo abbiamo visto passare di qui ed era, soprattutto, l’angelo custode o il fratello maggiore dei ragazzi della prima squadra che milita in seconda categoria». Gabriella Dorsali ha la voce che si rompe in commozione a raccontare Lele. «Impossibile farsene una ragione, impossibile riempire questo vuoto immenso». Nei giorni scorsi i ragazzi del pallone locarese, poco meno di 140 che con la prossima stagione aumenteranno di qualche decina, si sono ritrovati un paio di volte: poche parole, una tristezza infinita e la voglia di salutare Lele in un modo speciale. Ci saranno tutti oggi in una chiesa che già si sa sarà troppo piccola per riunire tutte le persone che si stringeranno a papà Giocondo e ai fratelli di Lele, Michela e Davide, nel giorno più lungo: per questa ragione don Alvidio Bisognin, che celebrerà le esequie, ha già fatto predisporre l’impianto audio anche all’esterno della chiesa. «Il campo sportivo era la sua seconda casa, i calciatori la sua seconda famiglia ecco perché gli abbiamo dedicato uno striscione che, al campo sportivo, ce lo farà sentire sempre con noi», concludono affranti i ragazzi del Locara calcio.
da L'Arena (13.07.19) Una improvvisa folata di vento, ieri pomeriggio sul sagrato della chiesa di San Giovanni Battista a Locara di San Bonifacio ha portato di fretta in cielo una cinquantina di palloncini bianchi e azzurri: erano quelli che i bambini del vivaio del Locara calcio hanno liberato in cielo per accompagnare così l’ultimo viaggio di Daniele «Lele» Billo. Una improvvisa folata di vento, come quella che se l’è portato via solo qualche giorno fa, per un guaio di salute, a soli 51 anni. La chiesa sembrava ieri la sede dei 140 tesserati della società guidata da Mario Frigotto, quella che dal ’96 era diventata la seconda casa e la seconda famiglia di Lele: tutto un trionfo di azzurro e di bianco, i colori della società, quelli della maglia sulla quale i suoi giocatori hanno scritto un grande grazie per poi appoggiarla sul feretro, quelli delle orchidee portate sull’altare e quelli delle rose adagiate sul legno chiaro, e ancora quelli dei nastri con cui sono stati infiocchettati i banchi. Daniele Billo negli ultimi 23 anni era stato l’anima della società, il tuttofare, «Amico, tifoso, padre di una grande famiglia», come lo ha ricordato uno dei giocatori della prima squadra. «È la partita più difficile della vita», ha aggiunto, «ma ce la metteremo tutta perché l’unico modo di renderti onore sarà non mollare davanti alle difficoltà». Sono stati i giocatori, gli stessi che sul sagrato avevano messo un grande striscione con la sua foto in campo e la promessa «Lele sempre con noi», a volerlo portare a spalle in chiesa: loro ad abbracciarlo per tutta la celebrazione, il vivaio assiepato sull’altare a colorarlo d’azzurro, i primi banchi dipinti del blu delle maglie dei giocatori più grandi, quelli che i primi calci al pallone li hanno tirati da bambini e che Lele ha visto diventare uomini. C’era il calcio nella vita di Daniele, l’amore per l’Hellas, il suo passato con la penna nera in testa, il futuro che sarà scritto dalle tante persone che grazie al suo ultimo dono potranno tornare alla vita. «Lele, un eroe, ha scelto di dare speranza», ha ricordato Giancarlo Dalla Tezza, storico presidente dell’Aido sambonifacese quasi accarezzando papà Giocondo, il fratello di Lele, Davide, e sua sorella Michela. Don Alvidio Bisognin, che ha celebrato con don Gianfranco Ferrari, don Luca Centomo e don Nicola Mattiello, ha parlato della «generosità innata di Lele, la gioia di rendersi utile che l’hanno reso a tutti così caro, la costellazione di relazioni e di legami di cui è stato frutto. Nella vita, come nei campi di calcio, si gioca in squadra e se siamo qui in tanti è perché Lele si è legato a tutti noi». Quella parola scritta sulla maglia, grazie, è quella che è risuonata più spesso durante la messa pregevolmente accompagnata dalla corale di Locara: l’ha detta più volte anche il sindaco Giampaolo Provoli ricordando Lele, «una persona che nella sua comunità ha saputo far squadra» e che ora ne raccoglie il testimone. Perché Lele c’era sempre, al campo ma non solo col suo «fo mi» se qualcuno aveva bisogno di qualcosa, al lavoro come nel volontariato del suo paese: un paese intero che ieri si è dato appuntamento in chiesa per l’ultimo saluto all’amico di tutti.